Sì, è colpa del nostro cervello se siamo in sovrappeso, o meglio
siamo noi che abbiamo permesso questo cambiamento. Siete diventati obesi,
aspettatevi che anche la vostra mente è diventata grassa!
Una persona con un peso elevato ha innescato delle modifiche
anche sul proprio cervello variando alcune sue caratteristiche.
Studi di neuroimaging su individui obesi hanno rivelato alterazioni nella ricompensa / motivazione, controllo esecutivo / autoregolazione e circuiti limbici / affettivi che sono implicati nella dipendenza da cibo e droghe. Tale via riguarda anche il famoso Shell Neuronale. Infatti nei vari sistemi neuronali coinvolti si osservano diverse alterazioni tra cui quello dell’ amigdala.Studi psicofisici mostrano maggior proprietà sensoriali di alcuni alimenti che potrebbero aumentare i valori antropometrici e neurocognitivi pro-obesità. Si sono individuate alterazioni degli organi di senso (gusto, olfatto, vista, ecc..) con maggior incidenza sul peso corporeo. Un vero e proprio cambiamento citoarchitettonico settato su un plus dell’ introito calorico. Una vera e propria trasformazione con un maggior focus per stimolare l’appetito. [1] La maggior parte degli studi pubblicati si è concentrata sul gusto del dolce, seguito dal gusto grasso e umami. Tali studi hanno mostrato una variazione sull’introito calorico e sui condizionamenti delle sensazioni gustative verso una modificazione plastica d' attivazione cerebrale associato all'appetito.
Come è possibile osservare queste modificazioni?
La risonanza magnetica funzionale, (RMF o fMRI Functional Magnetic Resonance Imaging), è una tecnica di imaging biomedico per valutare la funzionalità di un organo o un apparato. Con questa tecninca di imaging abbiamo maggiori informazioni rispetto a un semplice esame morfologico (ad esempio imaging metabolico, sanguigno, etc) .
Il neuroimaging è una tipologia di risonanza magnetica funzionale che analizza il metabolismo celebrale emodinamico (le variazioni di consumo di ossigeno del parenchima e dei capillari).
L’ emoglobina ha diverse caratteristiche a seconda se è o meno ossigenata. Paramagnetica in assenza di O2 e diamagnetica in presenza di O2, grazie a questa differenza è possibile utilizzare il Blood Oxygenation Level Dependent (BOLD) . la variazione dei valori di BOLD ci permettono di capire le diverse funzionalità celebrali.
L’ aumento alterato della percezione del sale può essere un fattore di rischio o un risultato dell'obesità, poiché una percezione alterata del gusto salino è stata riportata in alcuni individui obesi da alcuni ricercatori.[4]
Il neuroimaging è una tipologia di risonanza magnetica funzionale che analizza il metabolismo celebrale emodinamico (le variazioni di consumo di ossigeno del parenchima e dei capillari).
L’ emoglobina ha diverse caratteristiche a seconda se è o meno ossigenata. Paramagnetica in assenza di O2 e diamagnetica in presenza di O2, grazie a questa differenza è possibile utilizzare il Blood Oxygenation Level Dependent (BOLD) . la variazione dei valori di BOLD ci permettono di capire le diverse funzionalità celebrali.
Fig 1 Neuroimaging celebrale
Possiamo osservare dalla figura 1 le diverse aree
cerebrali che vengono attivate come risposte edoniche allo zucchero nell'obesità. In
condizioni di obesità vengono alterate probabilmente gli stimoli e i processi
degli organi sensoriali, stimolando l’ appetito. [1]
Altri studi hanno mostrato invece le risposte ai GRASSI…
L'amigdala, nucleo neuronale responsabile della nostra
sopravvivenza, in condizioni di obesità viene
attenuata dopo un pasto ricco di grassi rispetto all'assunzione di acqua.
Ciò suggerisce che la sazietà che deriva da un pasto ricco di grassi riduce
la risposta alla ricompensa del grasso. Recenti studi di neuroimaging su
volontari sani hanno studiato la risposta del cervello agli stimoli grassi.
Diversi studi hanno scoperto che la somministrazione orale di grasso attivava il BOLD (sangue-ossigeno-dipendente) nella corteccia
gustativa secondaria.
Tuttavia, rispetto allo
zucchero, il grasso può influire in modo diverso sulle regioni di ricompensa
del cervello. Ad esempio un alto contenuto di grassi, rispetto ai frappè ricchi
di zuccheri, ha suscitato maggiori risposte ai GRASSI in regioni caudate e
somatosensoriali, ma nessun cambiamento insulare bilaterale significativo.
Basandoci su questi risultati,
sembra che il grasso o i cibi che lo contengono possono influenzare i circuiti di ricompensa del cervello in
modo diverso rispetto allo zucchero. [2] [3]
Dunque riducendo il nostro peso e modificando il nostro life style sicuramente possiamo ritrasformare questi sistemi neuronali invertendo la rotta verso un miglioramento neurofisiologico.
Come dico sempre: Essere in Forma E' un Dovere... E' un Impegno!
[1]Brain Imaging of Taste Perception in Obesity: a Review Christopher
Kure Liu at Al Curr Nutr Rep. 2019; 8(2): 108–119.
[2]rabenhorst F, Rolls ET, Parris BA, d'Souza AA. How the brain represents the reward value of fat in the mouth. Cereb Cortex. 2010;20(5):1082–1091
[3]Tzieropoulos H, Rytz A, Hudry J, le Coutre J. Dietary fat induces sustained reward response in the human brain without primary taste cortex discrimination. Front Hum Neurosci. 2013;7:36.
[4]Rocchini AP, Key J, Bondie D, Chico R, Moorehead C, Katch V, Martin M. The effect of weight loss on the sensitivity of blood pressure to sodium in obese adolescents. N Engl J Med. 1989;321(9):580–585.
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